Cristiano Ronaldo è stato indubbiamente il più grande colpo di calciomercato della Juventus in tutta la sua storia. Per assicurarselo si è mosso in prima persona il presidente Andrea Agnelli, che con un blitz nelle isole della Grecia, tre estati fa, ha convinto prima il presidente del Real Madrid con 117 milioni di euro, poi CR7 con uno stipendio da 31 milioni di euro annui. Con questa mossa la Juve ha sostanzialmente inglobato un’industria, una macchina da soldi che da solo è in grado di muovere ogni anno sponsor e ingenti quantità di capitali, contestualmente ai tanti record sul campo.
È vero con Cristiano la Juventus non ha ancora vinto la Champions League, ma intanto ha prolungato per due anni il predominio in Italia arrivando a quota 9 scudetti consecutivi e inoltre ha accresciuto la visibilità del proprio brand in maniera esponenziale anche sui social network. Oggi, il marchio della Vecchia Signora è il primo brand italiano su Instagram nella classifica mondiale e il merito è principalmente del campione portoghese, che ha richiamato verso tutti i canali ufficiali della Juve un pubblico che in precedenza non si riusciva a raggiungere. Dall’Oriente al Nuovo Mondo, le gesta di CR7 sono seguite con passione in ogni angolo del globo e questo inevitabilmente trasforma il merchandising e diritti di copyright in una gallina dalle uova d’oro.
Non è un caso, infatti, che anche gli sponsor della Juventus siano stati costretti ad innalzare il loro compenso al club perché l’accresciuta visibilità implica inevitabilmente un investimento più importante. Non solo Adidas e Jeep, ben intesi, in questi due anni e mezzo la Juve è riuscita grazie a Ronaldo ad avvicinare marchi che ora sono partner commerciali del club torinese. Un toccasana in un momento di grande crisi in cui tutti i settori dell’economia stanno soffrendo a causa della pandemia.
Ronaldo è però indispensabile anche in campo, perché come dimostrano le ultime vicissitudini in casa bianconera, la Juventus non può fare a meno di lui. Quest’anno, senza CR7 in campo sono arrivati tre pareggi (contro squadre abbordabili) e una sconfitta (contro il Barcellona di Messi). Checché ne dica mister Pirlo, è una Juve Ronaldo-dipendente e i record messi insieme dal portoghese con la maglia di Madama sono lì a confermarlo. Nella stagione 2020-2021 ha giocato 7 partite mettendo a segno 9 gol e confezionando un assist. Insomma, la sua media realizzativa quest’anno è di oltre un gol a partita.
Nonostante non sia più un ragazzino, a 35 anni Ronaldo continua a stupire e in Serie A è già entrato nella leggenda con 60 gol in 69 partite disputate, ovvero una media da 0,86 reti a match. E non è tutto, perché dopo 25 anni diventa il primo calciatore della Juventus a segnare ininterrottamente nelle prime cinque gare di campionato. Inoltre, negli ultimi 60 anni, solo due giocatori hanno segnato almeno otto gol nelle prime otto gare stagionali della Juventus in Serie A: è successo a Paulo Dybala (10 nel 2017/18) e Cristiano Ronaldo quest’anno, ma il portoghese ha giocato solo 5 partite in campionato.
Considerato che il cinque volte pallone d’oro è stato fermato per 4 partite dal Covid-19, il suo bottino potrebbe essere oggi addirittura superiore e gli avrebbe magari consentito di essere più vicino a Pelé, che con 767 gol in carriera è a +19 su Ronaldo nella classifica dei più grandi marcatori di tutti i tempi.
Un avvicinamento a cui CR7 lavorerà già da Juventus-Dinamo Kiev, gara valida per la Champions League, la competizione che il portoghese ritiene casa sua (ne ha vinte 5). Con la rete messa a segno contro il Ferencvaros settimana scorta, il numero 7 bianconero ha raggiunto quota 70 gol nelle gare casalinghe di coppa, eguagliando Lionel Messi. In totale, i gol di Ronaldo in Champions sono però 131, 13 in più dello storico rivale argentino, che vanta però un pallone d’oro in più.
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