Come diventare traduttore, alcuni consigli utili
Da SuperEdo
Giugno 04, 2021
Quella del traduttore è una professione molto richiesta, al centro dell’attenzione di tantissimi giovani ma anche di persone che, pur essendo avanti con l’età, decidono di cambiare vita.
Nel momento in cui si decide di mettere questa professione al centro della propria vita, non bisogna farlo perché al liceo si era molto bravi nelle traduzioni inglese italiano: è necessario provare un amore profondo per la lingua in generale come espressione dell’essere umano, della sua cultura, del suo modo di vedere il mondo (influenzato, per esempio, anche dal Paese in cui vive).
Se ti ritrovi negli ultimi concetti espressi, allora la professione del traduttore fa per te. Come intraprenderla? Nelle prossime righe di questo articolo, rispondiamo assieme alla domanda.
Percorso universitario
Quando si decide di diventare traduttori, esistono diversi percorsi da intraprendere. Il più classico è indubbiamente quello universitario. Nel momento in cui lo si chiama in causa, la prima alternativa che viene in mente è la laurea in Lingue Moderne. Dopo la triennale, ci si può focalizzare su una lingua piuttosto che su un’altra e, in caso, frequentare anche master finalizzati a ottimizzare le proprie competenze nel campo del project management.
In merito al lavoro dei traduttori, infatti, è bene ricordare che, da diversi anni a questa parte, sono molto richieste figura professionali con le loro skill e, nel contempo, la capacità di dirigere team di persone che fanno il medesimo lavoro.
In generale, i master post laurea sono utilissimi in quanto permettono a chi li frequenta di allinearsi alle richieste del mercato del lavoro.
Percorso da autodidatta
Uno degli aspetti più belli della professione del traduttore riguarda indubbiamente la possibilità, maggiore rispetto ad altri lavori, di farsi strada anche dopo un percorso autodidatta. C’è chi è così portato per le lingue da riuscire, in età estremamente giovane, a padroneggiarle con una confidenza che fa invidia a molte persone che le parlano a livello professionale.
In questo frangente, non avendo dalla propria titoli universitari da mettere in primo piano – ricordiamo però che i master, molto spesso, sono aperti anche a chi non è laureato – conta tantissimo la capacità di “vendersi” in maniera intelligente.
Se, per esempio, si decide di intraprendere la professione del traduttore freelance, sarà cruciale avere un blog. Su quest’ultimo, è fondamentale pubblicare articoli in grado di educare i propri potenziali clienti. Ciò significa, per esempio, mettere in primo piano i vantaggi che derivano dal rivolgersi a un traduttore professionista e perché il suo lavoro non è neanche lontanamente paragonabile al risultato che si ottiene ricorrendo ai traduttori automatici.
Essenziale è anche lavorare sul network. Nessun uomo è un’isola e questo vale ancora di più per i freelance. Se si punta ad avere successo nella propria professione di traduttore, una buona idea è quella di iscriversi a un’associazione di liberi professionisti – ce ne sono tante in Italia – in modo da farsi il maggior numero possibile di contatti.
Un doveroso cenno deve essere dedicato alla specializzazione, che paga tantissimo anche e soprattutto quando si è freelance. Essere un punto di riferimento per le traduzioni mediche, per esempio, può rivelarsi decisivo per il proprio successo professionale.
L’importanza della formazione continua
Un traduttore deve formarsi continuamente? Assolutamente sì. Ci sono numerosi campi da esplorare! Giusto per citarne uno, chiamiamo in causa la traduzione dei microcopy sui social e sui siti web, che ricorrono sempre di più a questi contenuti per mantenere alta l’attenzione dell’utente.
Inoltre, è essenziale investire un budget, anche minimo, per la pubblicità online. I social sono fondamentali per un traduttore freelance e, come forse già sai, la portata organica – non a pagamento – dei post è molto bassa.
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